Quali sono i tratti distintivi del selezionatore del
personale? Quali sono le competenze che caratterizzano un buon selezionatore?
VALUTAZIONE
Una delle attività salienti del recruiter è sicuramente il
colloquio di lavoro: però, durante il colloquio, il buon selezionatore non deve
tener conto esclusivamente delle capacità del candidato, ma anche (anzi,
soprattutto) del suo potenziale. Soprattutto quando si parla di selezione di
profili junior, ovvero giovani, compito fondamentale del recruiter è ricercare
un profilo interessante non solo dal punto di vista professionale, ma anche dal
punto di vista umano, poiché per un giovane non vale la regola di “ciò che sa
fare”, ma “di ciò che è”, ovvero capire fin dove potrà arrivare e a che tipo di
carriera può aspirare.
ESPERIENZA
Il buon selezionatore non guarda la lunghezza del cv e non
dà importanza esclusivamente agli anni di esperienza del candidato. Certo, a
volte gli anni di esperienza rappresentano un requisito fondamentale e di
conseguenza sono un fattore rilevante. Ma, in tutti gli altri casi, non è la
differenza di un paio di anni di esperienza a qualificare un profilo rispetto
ad un altro. Allo stesso modo, un cv corto (ovvero di 1-2 pagine, ma ben
scritto) non viene automaticamente scartato dal selezionatore, anzi! Il buon
recruiter valuta soprattutto il carattere e la personalità del candidato, sia
quando legge il suo cv, sia quando gli fa un colloquio.
PREGIUDIZZI
Il buon recruiter evita di farsi un’idea negativa e di dare
giudizi frettolosi. Purtroppo molti selezionatori scartano profili validi
poiché si basano troppo sulla prima impressione a colloquio. Spesso ciò accade
perché hanno poco tempo a disposizione. Ed ecco, allora, che un curriculum scritto
male, una cover poco stuzzicante, o un capello fuori posto in sede di colloquio
vengono “bollati” solo poiché offrono l’immagine di un candidato per loro poco
attraente. Invece, un buon selezionatore, sa leggere e riconoscere in poco
tempo i cv interessanti, e sa che non bisogna giudicare una persona.
PROFESSIONALITA’
Il bravo selezionatore deve cercare di mettere a proprio
agio il candidato durante il colloquio, evitando di tenere un comportamento
troppo duro e scontroso. Allo stesso tempo, però, non deve neppure mancare di
essere professionale presentandosi con toni e modi troppo “amichevoli”. Come è
buona norma che il candidato non dia mai del tu al recruiter, così quest’ultimo
deve comportarsi in ogni occasione con professionalità e serietà.
TARGET
I social stanno diventando uno strumento molto importante
anche per i recruiter, soprattutto quando sono impegnati nella ricerca diretta
di profili particolarmente complessi. Detto ciò, però, non bisogna abusarne!
Sarebbe utile stabilire a priori un target di riferimento ben specifico, in
modo tale da eliminare la “massa” di candidati non in linea ed evitare di fare
ricerche poco proficue. Senza dimenticare che molti utenti iscritti ai social
del lavoro come Linkedin hanno già un’occupazione e non intendono cambiarla…
Dunque, meglio non fare troppo affidamento sui social network, e seguire anche
i tradizionali canali di ricerca (risposte ad annunci, candidature spontanee).
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