giovedì 30 giugno 2016

ATTENZIONE AL PAST DUE 2017 #sapere #conoscere #luciobenetton #fareimpresa #benetton

PAST DUE

L'esposizione scaduta e sconfinata da più di 90 giorni (finora la scadenza era pari a 180 giorni) è definita "Past Due" e viene segnalata alla Centrale dei Rischi. Si tratta di una segnalazione grave che può aprire le porte alla posizione di incaglio. L'incaglio è indice di perdurante situazione di difficoltà, qualifica il cliente e non la singola linea di credito. Pregiudica fortemente il rinnovo delle linee di credito e l'accesso a nuovi affidamenti.


INCAGLIO BANCARIO

Dicesi incaglio bancario il rapporto in temporanea difficolta' ove si assiste al ritardo nel pagamento delle rate di un finanziamento o al rientro su uno sconfino di conto corrente. Trattasi di una situazione in cui la banca esprime richiesta di rientro dell'esposizione entro un termine negoziato con il cliente di solito 10 - 14 mesi.
Alla situazione di incaglio bancario segue la posizione di sofferenza. La posizione di incaglio bancario (ad esempio la presenza di uno sconfino di conto corrente) verra' segnalata in Centrale Rischi di modo che tutti gli istituti di credito possano prenderne notizia. Il risultato e' un effetto di "credit crunch" ovvero impossibilita' di accesso al credito. Infatti gli altri istituti visionando le informazioni provenienti dalla Centrale dei Rischi faranno in modo da non concedere ulteriori prestiti e/o affidamenti essendo gia' alto il rischio di insolvenza. I tempi di solito per rientrare nella posizione sono da riferisi mediamente in 10 - 14 mesi. Ci sono comunque casi in cui la banca richiede un rientro piu' perentorio. Se entro il termine predetto non si procede al rientro, la banca iniziera' l'azione di recupero giudiziale del credito mediante la messa in sofferenza della posizione. E' possibile comunque negoziare la posizione di incaglio bancario mediante una transazione a saldo e stralcio. Una volta sanata la incaglio bancario la cancellazione dalla Centrale Rischi alla Banca d'Italia avverra' dopo 60 giorni dal fine mese in cui si e' provveduto a sanare la posizione ad incaglio

domenica 26 giugno 2016

L'IMPORTANZA DELLA CENTRALE RISCHI "SAPERE PER FARE IMPRESA"

L'IMPORTANZA DELLA CENTRALE RISCHI, la carta di Identità della tua azienda.

Grazie alle innovazioni tecnologiche e all'impegno di Banca d'Italia nello sviluppare e promuovere tale sistema informativo, negli anni la Centrale Rischi ha assunto un ruolo sempre più crescente e fondamentale nella gestione degli affidamenti (nuovi ed esistenti) da parte degli intermediari finanziari. La sua importanza è tale che il ruolo che spesso gioca nella gestione e nella misurazione del rischio di credito supera abbondantemente il 70% all'interno del complessivo insieme di fattori esaminato dalle banche.
Una sana e corretta gestione dei rapporti con le banche partner diventa quindi fondamentale non solo per mantenere i rapporti con le stesse, ma anche per averne con delle nuove (che non ci conoscono e proprio valutando il nostro passato ci “misurano”). Si delinea quindi il peso del così detto andamentale che può essere suddiviso in interno e di sistema.
Andamentale interno: è lo storico che il cliente ha con la propria banca. Una sana e corretta gestione dei rapporti può assumere un peso che va dal 30% al 35%.L'andamenatale è fondamentalmente una rielaborazione di dati e informazioni solo in parte contenute nella Centrale Rischi (alcuni dati/segnalazioni sono nascosti ma ugualmente importanti e quindi fondamentali da comprendere e padroneggiare).
Andamentale di sistema: è lo storico che il cliente ha con il sistema creditizio, il suo peso va dal 25% al 35% circa e naturalmente assume un peso maggiore nel caso la banca che valuta l'operazione non abbia mai avuto rapporti con il richiedente (mancanza di andamentale interno).
In questo contesto il soggetto segnalato deve quindi sapere che la Centrale Rischi è lo specchio della quantità e della qualità dei rapporti che esso ha avuto con il sistema creditizio. Vorremmo mai che lo specchio in questione riflettesse un'immagine di noi distorta? Vorremmo mai che la nostra carta d'identità riportasse dati sbagliati? Credo proprio di no, e questo naturalmente vale per tutti noi, ma soprattutto per coloro che con le banche ci lavorano: le imprese.
Cosa fare allora? Possiamo limitarci a monitorare la Centrale Rischi e quindi avere un ruolo passivo il cui unico scopo è controllare che non vengano apposte segnalazioni scorrette, oppure un ruolo attivo, volto non solo a controllare le segnalazioni, ma anche, sulla base di alcune minime nozioni, orientato alla gestione delle stesse. Dobbiamo essere CONSAPEVOLI che determinati nostri comportamenti possono causare segnalazioni e dobbiamo naturalmente, nel limite delle nostre possibilità, cercare di evitare quelli più penalizzanti.
Forse qualcuno di voi si starà domandando come è possibile gestire le segnalazioni quantitative e qualitative ?
ANALYSIS CR analisi comparativa, grafica, comparata, aggregata del PDF della CR di Banca d'Italia



A CHI È RIVOLTO
Ideato per tutti i professionisti del settore finanziario e le aziende che necessitano di accedere ai dati creditizi per intervenire e tutelare la reputazione finanziaria propria o dei clienti.
SEMPLIFICA
Elabora il PDF della Centrale dei Rischi di Banca d’Italia e organizza una grande quantità di dati restituendo un documento di analisi grafica, comparata, aggregata della CR di semplice comprensione.

INDIVIDUA E OTTIMIZZA
Elabora i dati permettendo di individuare problemi e situazioni di intervento. Monitora la situazione, consentendo di procedere dove e quando è necessario con operazioni correttive. Individua le firme di garanzia " fidejussioni" e gli errori di gestione interna o bancaria.

TUTELA
Aiuta a migliorare ad intervenire e attraverso una guida corretta la reputazione finanziaria delle aziende, accrescendola e abbattendo i costi del denaro e l’accesso al credito e gli oneri finanziari.




PROFILE



INFO PER I CONSULENTI


I Consulenti hanno la necessità di proporre nuovi servizi per distinguersi un in settore altamente concorrenziale con margini sempre più ridotti.
ANALISYS  consente di generare automaticamente Report di alto profilo per la consulenza finanziaria alle imprese. Gli elaborati acquisiscono le informazioni contenute in documenti standard quali la Visura Centrale dei Rischi Banca d’Italia, Bilancio XBRL, estratti conto, etc.
I Report prodotti dal sistema, automatizzano di fatto il lavoro d’ufficio del professionista e permettono a quest’ultimo di concentrarsi sulla parte qualificante del servizio, come la relazione con l’impresa cliente e la negoziazione con le banche e le altre controparti finanziarie.
Il Consulente ha la concreta possibilità di aumentare il proprio compenso, anche in misura percentuale, rispetto agli oneri finanziari risparmiati, alle garanzie ritirate ed alla nuova finanza fatta affluire all’impresa cliente.

Il tutto ponendosi nei confronti del sistema bancario e delle controparti finanziarie come l’unico interlocutore a disporre di tutte le informazioni necessarie, perfettamente competente e credibile anche nelle trattative più complesse.

  PROFILE

venerdì 24 giugno 2016

Le 7 scuse che ti impediscono di avere successo "coaching"

Vuoi davvero cambiare la tua vita? Ecco le 7 scuse che ti impediscono di avviare il tuo business e dare una svolta al tuo futuro.

  1. HO PAURA
Ognuno di noi ha paura. Paura di fallire, paura del giudizio degli altri, paura di fare cose nuove. Hai due alternative: essere schiavo delle tue paure, oppure fare leva sulle tue paure per fare il salto di qualità e iniziare qualcosa di nuovo. Non puoi essere soddisfatto della tua vita fino a quando non hai raggiunto i tuoi sogni. E i sogni si raggiungono superando i propri limiti.

  1. NON HO TEMPO
Ognuno di noi ha 24 ore a disposizione. La differenza sta tutta nel modo in cui ciascuno decide di utilizzare il suo tempo: leggendo, studiando, pianificando, agendo, cazzeggiando su Facebook o guardando la tv. Stai utilizzando il tuo tempo per creare valore? Se hai un obiettivo importante – e quella è la tua priorità assoluta – il tempo per raggiungerlo lo devi tassativamente trovare.
  1. NON HO SOLDI
Il segreto non è averli, ma trovarli. Se il “perché” è molto forte, il “come” non è mai un problema. Concentrati sulle soluzioni piuttosto che sui problemi. Stabilisci le tue priorità, fai qualche sacrificio in più per creare valore e raggiungere un obiettivo importante.
  1. NON HO LE CONOSCENZE GIUSTE
Nell’era della comunicazione ognuno di noi può raggiungere chiunque in qualsiasi momento. Con un’idea vincente e la strategia giusta, il segreto è non mettere dei limiti alle proprie possibilità. Gli unici limiti che abbiamo sono autoimposti.
  1. È TROPPO TARDI
Non sei mai in ritardo se hai voglia di essere migliore, più veloce, più efficace, più preparato, più competitivo di chi è partito prima di te. Tutto è possibile, dipende da te.
  1. NESSUNO MI ASCOLTA
Le persone sono disposte a sentire qualsiasi cosa pur che sia interessante, stimolante ed entusiasmante. Quindi se nessuno ti ascolta, il problema non è dei tuoi interlocutori, ma tuo. Significa che quello che dici è irrilevante. Impara a comunicare meglio, ad essere credibile e presentabile: improvvisamente ti accorgerai che gli altri avranno piacere ad ascoltarti.
  1. NON HO LE COMPETENZE
Nessuno di noi è nato con le conoscenze e le abilità per fare quello che fa quotidianamente. Abbiamo imparato a parlare, camminare, mangiare, andare in bicicletta, guidare, nuotare. Sei disposto ad imparare qualcosa che ti può cambiare la vita? Ok, studia, leggi, confrontati con chi ne sa più di te, impara da chi ti può insegnare qualcosa. È troppo difficile fare queste cose? Allora smetti di lamentarti e inizia a costruire la tua nuova vita

La più grande bugia che ti stai raccontando?

Una delle scuse più assurde che sento accampare sempre più spesso è “NON HO TEMPO”.
Tu per caso “HAI TEMPO”?
Tutti abbiamo 24 ore a disposizione, e non possiamo moltiplicarle.
La differenza sta nel modo in cui ciascuno decide di utilizzare e investire il proprio tempo: magari leggendo, studiando, pianificando, costruendo qualcosa che porti VALORE alla propria vita. Ma in questo caso solo il 2% delle persone HA TEMPO. O meglio, “LO TROVA”.
Il 98%, quelli che “NON HANNO TEMPO”, riesce però incredibilmente a trovare il tempo per cazzeggiare su Facebook o su Whatsapp, guardare la tv, andare al cinema, bere l’aperitivo, guardare la partita della Nazionale, leggere la Gazzetta piuttosto che Vanity Fair. Per queste persone creare VALORE per il proprio futuro è davvero una priorità?


martedì 21 giugno 2016

COSTITUZIONE ITALIANA

Articolo 21

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria [cfr. art.111 c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

lunedì 20 giugno 2016

LE BANCHE STANNO PER ESPLODERE? MENO UNA

IL FATTO: la tanto temuta crisi del settore bancario europeo potrebbe essere alle porte. La banca belga Optima Bank ha cessato le attività dopo che la Bce e la banca centrale nazionale hanno stabilito che l’istituto non era in grado di rispettare gli impegni presi con i suoi clienti. La società è stata costretta a chiudere dopo che è emersa la possibilità che siano state effettuate transazioni fraudolente.

Il comunicato stampa della banca nazionale sulla notizia choc non è uscito in inglese, mentre tutte le altre note dell’ufficio stampa dell’istituto centrale del Belgio si possono consultare anche in inglese sulla home page dell’istituto centrale belga. Anche la Bce ( per non dimenticarci Banca PRIVATA Centrale Europea) NON ha diffuso la notizia in lingua inglese.
Eppure la situazione è grave, se si pensa che le autorità di controllo dei mercati hanno chiesto immediatamente al fondo speciale di tutela dei correntisti, istituito per gestire e offrire la garanzia dei depositi inferiori ai 100 mila euro, di intervenire in soccorso dei clienti della banca.
Optima Bank non ha ancora fatto ricorso alla procedura di amministrazione controllata, ma la fretta di rimborsare i clienti attraverso il fondo creato ad hoc indica che la situazione è estremamente delicata. Anche se la società ha chiuso la divisione che si occupava dei conti risparmio l’anno scorso, ci sono almeno due cose da tenere bene a mente per capire la drammaticità della vicenda.
La prima è che Optima era una delle banche che ha cercato di attirare nuova clientela offrendo rendimenti elevati e quindi succulenti in un contesto di tassi zero. Viene subito alla mente la campagna promozionale di Deutsche Bank in Belgio che ha promesso a sua volta tassi di interesse molto alti per alcuni dei prodotti offerti.
In un contesto di tassi di deposito negativi che minacciano la redditività delle banche, Optima – come tanti altri istituti – aveva un bisogno disperato di soldi e quindi ha deciso di correre qualche rischio, in un trend purtroppo già visto prima della crisi dei mutui subprime.
In secondo luogo, la banca nazionale del Belgio aveva già assunto il controllo di Optima a maggio e lo aveva fatto nominando un “commissario straordinario” incaricato di approvare tutte le operazioni della banca.

LA DOMANDA: il rischio è dunque che in Europa si riapra una crisi ben peggiore di quella del 2008?

sabato 18 giugno 2016

IL REATO DI USURA

Il reato di usura è previsto e punito dall'articolo 644 codice penale, così come sostituito dall'articolo 1 legge 07-03-1996 n. 108 e successive modifiche, il reato di usura è un delitto contro il patrimonio ed è commesso da chiunque si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri in corrispettivo di una prestazione o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari.
Ovvero chi procura a taluno una somma di denaro o altra utilità facendo dare o promettere a sè o ad altri per la mediazione un compenso usurario.
Il limite oltre il quale gli interessi si considerano usurari è stabilito dalla Legge.
Tuttavia si considerano interessi usurari, anche se inferiori al limite stabilito dalla legge, se risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, quando chi gli ha dati o promessi si trova in condizione di difficoltà economica o finanziaria.
La pena prevista è la reclusione da 2 a 10 anni e della multa da euro 5.000,00 a euro 30.000,00.



  PROFILE

venerdì 17 giugno 2016

I predatori in doppiopetto degli schei


- Ernesto Milanesi, 20.05.2016
Saggi. «Banche rotte. I giorni bui di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza» di Maurizio Crema
Dieci miliardi in fumo e oltre 200 mila soci beffati. Azioni d’oro ridotte a carta straccia. Padri-padroni venerati, padrini insindacabili e la massa di padroncini: tutti bocciati dalle regole di Basilea-3.
Nel Veneto che ancora si crede «eccellente», due storiche banche popolari a Vicenza e Montebelluna hanno certificato la morte del mitico «modello Nord Est». Una parabola sintomatica – conti alla mano – che accomuna la Vandea devota a Mariano Rumor come ad Achille Variati e la «piccola patria» del leghismo trevigiano incarnato da Luca Zaia.
È la fine di un mondo, ma anche di un sistema, quella che Maurizio Crema descrive in Banche rotte. I giorni bui di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza (nuovadimensione, pp. 126, euro 13). Il giornalista mette in fila la cronaca della catastrofe, racconta il tradimento della fiducia, documenta l’intreccio tutt’altro che ispirato dal merito o dal mercato. Sono pagine che, se mai, restituiscono una specie di soviet al timone delle due banche venete fondate a fine Ottocento sull’onda della comunità territoriale.
Dalla primavera 2014 fino a poche settimane fa implode il «regno» di Gianni Zonin (37 anni da consigliere, 20 da presidente) nella Popolare Vicenza, mentre in contemporanea salta il tappo di Flavio Trinca & Vincenzo Consoli in Veneto Banca. Un bagno di sangue se gli schei di una vita sono diventati azioni che evaporano d’improvviso: «Liquidazioni e tesoretti per una tranquilla vecchiaia bruciati sull’altare di un’illusione (il forziere blindato sotto casa). Questa è vera democrazia economica: perdite per tutti» sintetizza Crema.
Fra le pieghe della parallela implosione nelle due banche, affiora il profilo del capitalismo cattolico veneto che fa il paio con l’anima omertosa nell’ex «locomotiva» del Nord Est. Nelle pagine di Crema ci si imbatte sempre negli «eletti» per grazia ricevuta, tutti a responsabilità limitata ma con interessi sussidiari, perfino con la presunzione di impunità proprio grazie alle «relazioni personali», comunque spietati con il «parco buoi» tanto da far combaciare il credito con l’acquisto delle azioni.
Guardia di finanza, avvocati e periti oggi lavorano su quelle macerie. Peccato che fosse datato 18 marzo 2008 l’esposto al procuratore Ivano Nelson Salvarani e per conoscenza a Consob e Bankitalia che denunciava alcune condotte illecite in Popolare Vicenza. Evidenzia Elio Lannutti, presidente dell’Associazione difesa consumatori utenti bancari, finanziari e assicurativi: «Il 15 aprile 2009 il sostituto Angela Barbaglio richiedeva l’archiviazione. E il 21 aprile il Gip Eloisa Pesenti emetteva il decreto di archiviazione. Ordinanza annullata nel 2010 dalla Cassazione proprio per aver considerato abusivo da parte del pm l’aver escluso la qualità di parte offesa ad Adusbef prima dell’udienza Gip senza il contraddittorio. Oggi si scopre che le denunce erano tutt’altro che infondate e che la rappresaglia di Zonin verso l’avvocato Lucio Golino con richiesta di 2,5 milioni di euro è stata respinta».
Ma le bancherotte nel Veneto fanno da contraltare alla finanza bianca. Crema riapre l’archivio: nel 1972 il 37% della Cattolica del Veneto viene ceduto dallo Ior di Marcinkus a Roberto Calvi; negli anni ’90 il progetto di Silvano Pontello diluisce la banca di Sant’Antonio nella Popolare Veneta supportato dalle famiglie Benetton, Carraro, Chiarotto, Pagnan, Boscolo e Caovilla; salta, invece, per una questione di poltrone la fusione delle tre popolari (Vicenza, Antoniana e Veneta) caldeggiata da Confindustria; fra 2005 e 2007 si consuma a Padova la speculazione su Antonveneta con Abn Ambro, Popolare Lodi e Montepaschi.
«La fiducia, quello ci hanno rubato… mi ha detto più di qualcuno dei risparmiatori. E la fiducia una volta persa non la ritrovi più. Anche se ti compra lo straniero» conclude Crema di fronte al Nord Est rimasto senza le sue «cassaforti».
È davvero una tragedia, al di là delle inchieste postume e dei danni irreparabili per troppe famiglie. Eppure la fiduciaria Delta Erre o Palladio Finanziaria proseguono imperterrite nel loro business plan. Notai, commercialisti, consulenti architettano le nuove frontiere degli affari dei salotti più o meno «nobili». Nessuno sembra preoccuparsi del commissariamento di EstCapital, la Sgr che ha gestito circa un miliardo di euro di fondi più il «pacchetto immobiliare» del Comune di Venezia. E ormai da dieci anni proprio fra Padova, Treviso e Vicenza opera il Banco delle Tre Venezie: nell’ultimo bilancio ammette 67,8 milioni di «crediti deteriorati lordi».
Magari, qualcuno ci scrive un altro libro.


PROFILE

giovedì 16 giugno 2016

SE VOGLIAMO FARE IMPRESA PRIMA CI DOBBIAMO CONOSCERE



CHI SIAMO


“Io sono fatto così”, è ciò che ci diciamo ogni volta che ci comportiamo coerentemente con la nostra convinzione, è l’immagine che ci siamo dati o che ci siamo creati, questo ci dà sicurezza e aumenta la nostra idea di come siamo, rafforzando in questa maniera il nostro benessere interiore.
La nostra convinzione aumenta e la nostra sicurezza tuttavia limita la nostra capacità di crescere e cambiare la nostra identità per poter affrontare nuove sfide.
La nostra convinzione deve essere supportata dalla consapevolezza che solo cambiando l'identità apriamo la porta al successo, in quei campi dove prima eravamo limitati e davamo la colpa del nostro insuccesso ai nostri limiti, dicendo “io sono fatto così”. Un esempio concreto è quello per cui la sola convinzione di poter smettere di bere e fumare ci porta all'assopimento momentaneo di quel vizio, purtroppo ne rimarremo nuovamente soggiogati perché il nostro cambiamento non era sopportato dall'idea di un cambio d’identità ma dalla sola convinzione di poter ottenere un risultato.
Allo stesso modo il cambio d’identità annullerà completamente la nostra convinzione del nostro essere e ci permetterà di ottenere risultati insperati (imparare una lingua nuova, ballare o usare uno strumento elettronico) che con la sola convinzione non siamo mai riusciti ad ottenere. Più riusciamo a mettere in discussione le nostre convinzioni, e quanto più riusciamo ad essere aperti mentalmente più l'immagine che abbiamo di noi stessi si amplia.
Una identità ricca e poliedrica è infatti il miglior antidoto contro l'infelicità.
Tutte le persone che limitano la loro identità, racchiudendola in poche e ristrette definizioni o, ancora peggio la lega totalmente a un ruolo o ad una attività che ricoprono nella vita, corrono inevitabilmente il rischio di non avere più un significato quando questo ruolo dovesse venire a mancare.
A questo punto il primo passo per capire chi “ io sono” è capire chi “io” voglio essere e stare attenti alle parole che abbiniamo dopo la parola “io”. Se abbiniamo parole come “io sono fatto così, io non sono capace, io ho sempre fatto in questo modo” quella sarà l'immagine e la convinzione che ci creiamo, nonostante tutto sia negativo, la nostra immagine ci sembrerà positiva e ci dà la sicurezza.
 “Non c'è forza più grande della psicologia umana del bisogno che abbiamo di rimanere coerenti con la nostra identità” (Anthony Robbins).
Ogni volta che ci comportiamo coerentemente con la nostra identità ci sentiamo noi stessi ed è questa una sensazione di certezza che possiamo provare. Ecco perché siamo disposti ad agire in maniera coerente con chi crediamo di essere, ed ecco perché diventa difficile cambiare la nostra identità, quanto più saremo obiettivi ed in grado di metterci in discussione noi e le nostre convinzioni più saremmo in grado di cambiare la nostra identità. Limitare la propria vita alle proprie convinzioni vuol dire che in caso di cambiamento oltre ad avere grosse difficoltà ad accettarlo, ci mette a rischio d’insuccessi e infelicità in quanto, come tutti sappiamo, un successo ci rende orgogliosi e quindi felici, inoltre daremo una nostra immagine limitata agli occhi degli altri.
La vita di tutti i giorni e il mondo che ci circonda è in continua evoluzione, noi non possiamo opporci al cambiamento ed è per questo che dobbiamo saper cambiare identità abbinando alla parola “io” termini chi ci rendono capaci di superare le difficoltà e ci rendano soddisfatti “ io sono in grado”, ” io lo so fare”.
Una chiara visione di cosa noi vogliamo essere ci farà inoltre risparmiare energie e ci darà la possibilità di intraprendere più attività, dedicando un po' di tempo a noi stessi e organizzando i nostri obiettivi, a questo punto ci renderemmo conto quanto potremmo fare e di quanto potremmo migliorare semplicemente cambiando le nostre convinzioni
Linkedin profile Lucio benetton

PROFILE