lunedì 14 agosto 2017

L’ interpretazione soggettiva della realtà #sapere per #fareimpresa

Nella mia attività lavorativa ha ho seguito per decenni la selezione del personale prima dell’area di cui ero responsabile e poi di due società che ero socio.
Un mio conoscente si è accorto di una stranezza che gli è capitata dopo un unico colloquio in una ADV internazionale e ne ha parlato con me.

Dopo quell’unico colloquio con una unica persona, sistematicamente quando risponde a una inserzione di lavoro su vari motori di ricerca e in particolare su Infojobs ( che ne tiene traccia) riconducibili a “quella” ADL, la sua candidatura indipendentemente dalla filiale e cui viene presentata, viene scarta a priori.

Il dubbio che sul database generale della ADL sia segnato il suo profilo come non idoneo a prescindere c’è ( e si sa da anni, in caso di persone che abbiano già lavorato o avuto rapporti con la ADL e risultano  ritardataria, non affidabile, rognosi in maniera oggettiva ci sta), la certezza della soggettività ( soggettività nel lavoro può essere associata anche a incapacità) della persona che ha segnalato il suo profilo non idoneo è palese.

Trovo da principiante che dopo un colloqui fatto con un recruter la ADL permetta di  bollare come non idoneo un candidato, io quando facevo questo lavoro mi sono sempre confrontato con i miei colleghi perché ciò che penso, vedo, sento, percepisco io non è la stessa cosa che intuiscono altri.
La valutazione è sempre soggettiva dettata da una linea di pensiero o di insegnamento (anche i test visto che sono realizzati da persone) ed è propria del soggetto, del suo modo di pensare.

L’ interpretazione soggettiva della realtà; impressione, valutazione, giudizio soggettivo su una persona, una cosa, non possono essere la basse discriminante delle capacità di una persona.


Almeno confrontiamoci.


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