Nella mia attività lavorativa ha ho seguito per decenni la selezione
del personale prima dell’area di cui ero responsabile e poi di due società che
ero socio.
Un mio conoscente si è accorto di una stranezza che gli è
capitata dopo un unico colloquio in una ADV internazionale e ne ha parlato con
me.
Dopo quell’unico colloquio con una unica persona, sistematicamente
quando risponde a una inserzione di lavoro su vari motori di ricerca e in
particolare su Infojobs ( che ne tiene traccia) riconducibili a “quella” ADL,
la sua candidatura indipendentemente dalla filiale e cui viene presentata, viene
scarta a priori.
Il dubbio che sul database generale della ADL sia segnato il
suo profilo come non idoneo a prescindere c’è ( e si sa da anni, in caso di
persone che abbiano già lavorato o avuto rapporti con la ADL e risultano ritardataria, non affidabile, rognosi in
maniera oggettiva ci sta), la certezza della soggettività ( soggettività nel
lavoro può essere associata anche a incapacità) della persona che ha segnalato
il suo profilo non idoneo è palese.
Trovo da principiante che dopo un colloqui fatto con un
recruter la ADL permetta di bollare come
non idoneo un candidato, io quando facevo questo lavoro mi sono sempre
confrontato con i miei colleghi perché ciò che penso, vedo, sento, percepisco
io non è la stessa cosa che intuiscono altri.
La valutazione è sempre soggettiva dettata da una linea di
pensiero o di insegnamento (anche i test visto che sono realizzati da persone) ed
è propria del soggetto, del suo modo di pensare.
L’ interpretazione soggettiva della realtà; impressione,
valutazione, giudizio soggettivo su una persona, una cosa, non possono essere
la basse discriminante delle capacità di una persona.
Almeno confrontiamoci.
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