venerdì 28 aprile 2017

Caro commercialista se da domani non fossi più presente quanto mancheresti al tuo cliente?



Se vuoi diventare il punto di riferimento del tuo cliente e non essere uno dei tanti, devi differenziarti devi offrire nuovi servizi ad alto valore aggiunto che ti diano un  reddito
( magari passivo ) per il tuo studio a zero costi e senza aumentare i tuoi carichi di lavoro.
  
Tutto questo avviene se il commercialista evolve e muta le proprie competenze . 
Lo studio del commercialista deve trasformarsi e muoversi verso altre aree consulenziali più strategiche rivolte alla pianificazione aziendale e al controllo di gestione. Lo studio deve diventare un centro di consulenza dinamico e a 360°, che eroga servizi in partnership con altri esperti che abbiano le competenze necessarie di problem solver.

ATTIVA studi integrati con i suoi servizi, permette al Commercialista di creare il proprio network collaborativo, collegando a sè tutte le sue aziende clienti. Per lavorare in modo nuovo e fornire servizi innovativi, restando al centro del sistema.



mercoledì 26 aprile 2017

L’imprenditore ha troppi debiti: il giudice salva la sua abitazione Senna, sentenza in base a una legge antisuicidi. La casa non va all’asta


Mancava un soffio e la casa sarebbe finita in vendita. E, così un ex imprenditore di 65 anni residente a Senna, oltre ad essere oberato dai debiti, «colpevole» solo di aver lavorato tutta la vita, ma di non essere riuscito a tenere in piedi la propria azienda, avrebbe rischiato seriamente di finire sulla strada senza un tetto sopra la testa. Ed invece, il 3 marzo scorso, il Tribunale di Lodi, con una sentenza senza precedenti, ha sancito che la casa non è un bene qualsiasi ed ha sospeso la procedura di alienazione. Protagonista della vicenda a lieto fine è, appunto, un 65enne che, con la moglie, vive nella propria abitazione finita all’asta. A causa del mancato incasso di somme ed oppresso dal peso degli interessi bancari, nel 2007 l’uomo è stato costretto a chiudere la propria azienda, accumulando un debito molto maggiore dei beni a sua disposizione, casa compresa. Ma proprio l’eccesso di debiti e l’impossibilità di farvi fronte ha determinato la decisione dei giudici: quell’asta non s’ha da fare, nel nome del principio che gettare sul lastrico chi è in difficoltà non aiuta certo a ripagare i creditori. Sono stati gli avvocati Monica Pagano, Danilo Griffo e Matteo Marini con Laura Girelli a strappare una sentenza positiva dal giudice, appellandosi alla cosiddetta legge «salva suicidi», la numero 3 del 2012 che, in pratica, stabilisce che l’esecuzione non possa proseguire se l’insolvente è sovra-indebitato. "L'ex imprenditore e la moglie – ha sottolineato l’avvocato Pagano – si trovano in una situazione economica non idilliaca per colpe non imputabili a loro e la perdita della casa avrebbe rappresentato una violazione dei basilari principi di solidarietà del nostro ordinamento". Hanno, ovviamente, tirato un sospiro di sollievo anche i coniugi. "Nessuna fuga dai debiti – hanno voluto precisare –, ma se la nostra casa fosse stata venduta all’asta saremmo rimasti senza un tetto sulla testa e di certo non si sarebbe risolto il problema della morosità. La situazione insomma sarebbe soltanto peggiorata". Lo spirito della legge, che si rivolge ai privati, alle piccole imprese non fallibili e ai professionisti, fissa dunque alcuni «paletti» importanti: cioè stabilisce che l’accanimento non paga e che chi ha delle pendenze può continuare a disporre di un bene primario come la casa per trovare soluzioni che estinguano gradualmente il debito.

Il Giornale di MARIO BORRA

venerdì 21 aprile 2017

Stress da superlavoro?

La riflessione nasce da una esperienza personale che mi ha portato a riflettere se ne vale la pena anteporre il lavoro davanti a tutto anche se questo è una necessità.Alcune situazioni lavorative portano ad un forte stress e allora chiariamo a cosa può portare una condizione di stress prolungato.Lo stress prolungato porta a un incremento dei globuli bianchi che a sua volta induce un'infiammazione delle placche aterosclerotiche. È questo il meccanismo che collega lo stress al rischio di attacco coronarico e di infarto miocardico, secondo un nuovo studio che ha messo insieme alcuni dati raccolti in esseri umani con esami del sangue e test su topi.Lo stress viene chiamato in causa dagli studi in campo biomedico per un gran numero di patologie. Ma in base a quali meccanismi agisce? Una nuova ricerca pubblicata su “Nature Medicine”, chiarisce una correlazione fondamentale: quella tra stress prolungato e malattie cardiovascolari. Il risultato contribuisce a spiegare in che modo lo stress sia uno dei più importanti fattori di rischio per attacco cardiaco e infarto del miocardio.Secondo le conclusioni di Timo Heidt e colleghi del Massachusetts General Hospital e della Harvard University, autori dello studio, lo stress influenza negativamente il sistema immunitario inducendo un aumento dei globuli bianchi, che a sua volta determina un aggravamento dell'infiammazione delle placche aterosclerotiche nelle arterie, in soggetti con questa condizione.Stress e infarto, chiarita la correlazione, di una delle situazioni più frequenti nelle società di oggi
SBAGLIATO E' PENSARE CHE NON POSSA ACCADERE ANCHE A TE.
Io non fumo, non bevo, non ho il colesterolo, non sono obeso eppure non ne sono immune.
Buon W.E.

giovedì 20 aprile 2017

RESPECT #sapere per #fareimpresa



Il rispetto è come il denaro: alcuni lo pretendono, altri se lo guadagnano Il rispetto è un valore universale che tutti dovremmo adottare in maniera incondizionata. Tuttavia, esiste anche chi lo pretende per se stesso senza considerare gli altri, reclamando un diritto che perde così ogni aspetto di empatia o vicinanza emotiva. IL rispetto che tu dai a un cliente deve essere restituito e viceversa.

Rispetto per il tempo che dedichi al cliente.

Rispetto per il valore che dai al cliente.

Rispetto per la professionalità che offri a un cliente.



mercoledì 19 aprile 2017

POCHE PAROLE #sapere per #fareimpresa

Le persone aggressive, intimidatorie e controllanti possono rendere la vita molto difficile a chi deve trascorrere quotidianamente del tempo in loro compagnia.
Quando si ha a che fare con qualcuno che adotta queste modalità comportamentali (un capo crudele, un amico che critica sempre o un parente senza scrupoli) molto spesso capita di avere timore di interagire.
Se ti riconosci sappi che non sarai mai considerato leader, punto di polarizzazione, centro focale del gruppo.









venerdì 14 aprile 2017

LA FELICITÀ AUMENTA LA PRODUTTIVITÀ DELLA TUA AZIENDA #sapere per #fareimpresa

Dagli esperti nelle risorse umane arrivano 10 consigli per favorire il benessere e la felicità dei lavoratori, fino a poco tempo fa il benessere del fornitore interno ( dipendente) era utopia, oggi sono sempre di più le imprese che si avvalgono del modello di consapevolezza per migliorare il clima all’interno della propria azienda.
Un dipendente non stressato contribuisce a valorizzare gli asset intangibili di un’azienda?
Certo. Il dipendente offre la propria capacità professionale all’azienda soprattutto se si sente coccolato, amato. Un approccio nuovo in cui il cuore viene prima della mente è il nuovo modello di evoluzione aziendale, oggi deve partire dal “cuore” delle persone la valorizzare dell’azienda.
10 strategie per rendere felici i dipendenti.
1. Offrire spazi per la crescita: per i lavoratori è fondamentale sapere di avere la possibilità di avanzare nella carriera, con numerosi benefici per la produttività e il rendimento in ufficio.
2.  Offrire un buon programma di formazione: attivare progetti formativi aziendali favorisce non solo l'effettivo miglioramento delle competenze, ma anche una il potenziamento della soddisfazione e dell'autostima dei dipendenti.
3. Concedere piccoli bonus: i premi aziendali, anche di piccola entità, contribuiscono a rendere i lavoratori più motivati.
4. Concedere autonomia ai lavoratori: una maggiore autonomia nella gestione delle proprie mansioni, o degli orari di lavoro, rappresenta una notevole dimostrazione di fiducia da parte del datore di lavoro.
5. Creare un ambiente favorevole in ufficio: se i rapporti tra colleghi sono sereni anche la produttività aziendale ne gioverà.
6. Ove possibile promuovi il telelavoro, consentire ai dipendenti (se richiesto) di svolgere una parte delle loro da casa potrebbe rappresentare un ottimo incentivo per migliorare le proprie prestazioni lavorative.
7. Favorisci la concentrazione, stop alle comunicazioni inutili (via email, ad esempio) che rischiano di rallentare il lavoro e far perdere la concentrazione.
8. Offrire un pacchetto unico di benefici: gli esperti in HR consigliano di predisporre specifici "pacchetti di servizi" a favore dei dipendenti, ad esempio voucher finalizzati a favorire i servizi di cura (baby sitting, assistenza ai familiari anziani e simili).
9. Aiutare i lavoratori a vivere uno stile di vita sano: le aziende dovrebbero investire il più possibile nella salute e nel benessere dei propri lavoratori.

10. Concedere brevi ma salutari pause dal lavoro: lasciare ai dipendenti un po' di tempo libero, per navigare su Internet o dare un'occhiata a Facebook, rappresenta un ottima strategia per migliorare il loro rendimento.