sabato 30 luglio 2016

Sapete che dopo 8 o 15 gg. l'assegno non è più protestabile. " Banche"


L'assegno di Babbo Natale.



L'assegno è uno strumento di pagamento sostitutivo del denaro contante perchè:
  • è pagabile "a vista", può cioè essere pagato dalla banca del cliente che ha emesso l'assegno al momento della presentazione del titolo
  • è un titolo di credito, ossia il beneficiario può trasferirlo ad altre persone. La circolazione dell'assegno deve rispettare certe formalità; in particolare, deve avere la "girata" e cioè la firma apposta sul retro dell'assegno da parte del beneficiario e di eventuali altri giranti; se invece l'assegno è al portatore, la circolazione può avvenire mediante semplice consegna (è per questo che è sempre bene indicare il beneficiario).
  • L'assegno deve essere presentato per l'incasso entro un certo numero di giorni dalla data di emissione: otto giorni quando il comune di emissione è lo stesso di quello di pagamento (su piazza); quindici giorni se pagabile "fuori piazza" (in altro comune rispetto a quello di emissione).
Trascorsi gli 8 o i 15 giorni l'emittente può ordinare alla banca di non effettuare più il pagamento e viene meno la possibilità di attivare una serie di misure a protezione del beneficiario previste dalla legge in caso di mancato pagamento dell'assegno; la più importante è il "protesto", che consente di agire per via giudiziaria al fine di ottenere la somma dovuta.



giovedì 28 luglio 2016

Ci siamo: tassi negativi sui depositi "Banche"

Una delle maggiori banche europee, l’olandese ABN Amro, ha iniziato a imporre tassi negativi nei conti corrente. ABN Amro ha infatti mandato un avvertimento ai suoi clienti aziendali, dicendo che presto un tasso di interesse negativo verrà imposto ai loro conti correnti.
La banca è al lavoro per modificare le condizioni e i termini contrattuali, con l’obiettivo di includere una clausola speciale nei conti deposito: il diritto di ridurre i tassi di interesse sotto lo zero, dal momento che la banca vuole “proteggersi contro le circostanze di mercato in continuo cambiamento”.
ABN Amro è ancora una banca gestita dal governo e di proprietà pubblica. Il Ceo della banca Gerrit Zalm non viene dal settore finanziario come tipo di esperienza, bensì è stato il ministro delle Finanze olandese per ben più di 12 anni.
 Già fa specie vedere come sia stata la banca guidata da un burocrate e non da un banchiere la prima in Europa a iniziare a voler imporre una “tassa” sui clienti che vogliono parcheggiare i loro soldi presso le sue filiali. Ma è ancora più interessante sapere che è una banca statale a farlo.
L’istituto, che non è riuscita a rispettare l’impegno di fornire lingotti in oro ai suoi clienti come risultato di un investimento da loro attuato, è stato prima salvata da un consorzio di banche (Fortis, RBS, Santander per una somma record di 70 miliardi) poi è stata nazionalizzata durante la crisi finanziaria e un fondo di investimento del governo detiene tuttora il 77% delle azioni della banca.
Ne consegue che anche lo Stato trarrà beneficio dal cambio strategico volto a ottenere più soldi possibili dalle tasche dei suoi clienti. Ricapitolando, abbiamo una banca controllata dal governo che voleva rimpatriare il suo oro e che anziché dare il metallo ai suoi clienti come promesso, per saldare i debiti li ha pagati in cash. La stessa banca olandese ora propone di ridurre i tassi di interesse sotto zero, un’iniziativa vantaggiosa anche per il suo azionista numero uno: il governo. Sono tutte coincidenze?

25 luglio 2016, di Daniele Chicca

http://www.wallstreetitalia.com/ci-siamo-abn-amro-impone-tassi-negativi-sui-depositi/?utm_source=Facebook&utm_medium=link&utm_campaign=Facebook:%20WallStreetItalia

mercoledì 27 luglio 2016

ERRATA SEGNALAZIONE NELLA CENTRALE DEI RISCHI, la società deve sempre subire? "Banche"

Il presente articolo si colloca nell’ambito di una tematica che, negli ultimi anni, ha assunto un certo rilievo nel panorama giurisprudenziale civilistico (ma aggiungerei anche socio-economico): si tratta delle segnalazioni alla Centrale dei Rischi (Cr). L’esistenza di un contenzioso correlato al funzionamento della Cr, è una delle tante conseguenze negative della crisi economica che attanaglia l’Italia ormai da parecchi anni. Con la crisi, numerose imprese sono dovute ricorrere più intensamente all’indebitamento bancario. Il fenomeno del credito bancario è, in sé, ovviamente fisiologico, ma diventa patologico quando le imprese, per di più in numero elevato, non riescono a far fronte ai debiti assunti. In questo contesto si collocano le segnalazioni alla Cr.
La stessa Cr è un sistema informativo, presso la Banca Centrale, sull’indebitamento della clientela verso le banche e le società finanziarie (intermediari). Essi, in particolare, comunicano il totale dei crediti verso i propri clienti. E’ utile ricordare quali crediti debbano essere sottoposti a comunicazione:
1) di crediti pari o superiori a € 30.000;
2) dei crediti in sofferenza di qualunque importo.
In linea con il funzionamento della Cr, la Banca d’Italia fornisce mensilmente agli intermediari le informazioni sul debito totale verso il sistema creditizio di ciascun cliente segnalato. In questo ambito, pertanto, si delinea quello che potremmo definire come lo scopo con il quale si è inteso creare la Centrale Rischi, ossia:
1) migliorare il processo di valutazione del merito di credito della clientela;
2) innalzare la qualità del credito;
3) rafforzare la stabilità finanziaria del sistema creditizio.
Punto importante, inoltre, è quello che evidenzia come i dati della Cr siano riservati. Per quanto, invece, riguarda la correzione di eventuali errori nelle segnalazioni, l’interessato deve rivolgersi direttamente all’intermediario. Pertanto la funzione della Cr muove essenzialmente su due versanti. Su di uno, essa realizza un interesse pubblico, che trova sede attraverso le segnalazioni e comunicazioni; sull’altro, poi, si colloca il concessionario del credito, che è oggetto della segnalazione a sofferenza. Si delinea, così, una sorta di conflitto che trova una sua giustificazione nell’interesse pubblico all’ampliamento del patrimonio informativo, proprio degli enti creditizi, e nell’interesse del cliente alla conservazione dell’integrità della reputazione e dell’immagine.
Si può, in definitiva, osservare come il sacrificio dell’immagine o della reputazione possa ritenersi giustificato in quanto il credito interessato versi in una situazione di effettiva sofferenza. Infatti, nel caso in cui manchi tale condizione, si verifica una chiara illegittimità della segnalazione eseguita alla Cr. Naturalmente il regime della gravità della lesione è superiore nel caso in cui l’interessato assolva il ruolo di imprenditore commerciale. L’effetto principale della segnalazione, infatti, è che l’impresa segnalata viene considerata inaffidabile dall’intero sistema creditizio, con la conseguenza tipica che viene chiesto il rientro dagli affidamenti da parte di tutti gli intermediari che operano con l’impresa e diventa poi estremamente difficile, per l’imprenditore, ottenere nuovi finanziamenti.
Di fatto, una segnalazione alla Centrale rischi può determinare l’impossibilità per l’impresa di continuare a svolgere la propria attività. A queste condizioni, si comprende come un’errata segnalazione in Cr possa comportare danni significativi per la società che la subisce. Nelle ipotesi più gravi, l’impresa, che è già indebitata e dunque in difficoltà, può arrivare a essere dichiarata fallita, venendole meno i mezzi per operare sul mercato. Questo aspetto, a mio parere, è di estrema importanza soprattutto alla luce del fatto che, effetti così devastanti, fanno da contro altare ad un fondamento normativo, sul quale lo strumento della Cr ha tratto le sue origini, che trova sede in poche disposizioni.
Si tratta degli artt. 53, comma 1 lett. b), 67 comma 1 lett. b) e 107 comma 2, del Tub (Testo Unico Bancario). In base a queste previsioni normative, la Banca Centrale è stata destinata del conferimento del potere di emanazione, su conforme atto di deliberazione del Cicr (Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio), di provvedimenti relativi alla materia del contenimento del rischio. Si tratta di un impianto dispositivo la cui architettura è stata realizzata fuori da qualsivoglia intervento del Parlamento. Il legislatore, in tal modo, ha quasi voluto conferire alla Banca d’Italia come una sorta di delega in bianco, la quale resta sfornita completamente di criteri direttivi.
Il che sembra quasi aver delineato un meccanismo praeter legem (oltre la legge). Sulle banche interessate, pertanto, deve ricadere l’obbligo di quelle cautele necessarie ai fini del rispetto delle ragioni dell’utenza. Quello che le banche debbono evitare è, quindi, di rendersi artefici di false comunicazioni. Tuttavia, il sempre crescente ricorso alla tutela giudiziaria fa ritenere che non sempre la segnalazione alla Cr sia assistita dal rispetto dei criteri di legittimità richiesti. In questi casi la parte che vi rimane coinvolta esercita i mezzi rimediali utili a conseguire esito di cancellazione di segnalazione illegittima oltre la eventuale azione di risarcimento del danno subito.

di Gimmi Distante per @SpazioEconomia



Lucio Benetton
Cell. 335 67 72 096 
l.benetton@attivastudiintegrati.net




domenica 24 luglio 2016

Per un imprenditore la certezza del sapere..........non ha prezzo

LA CERTEZZA DEL SAPERE …… NON HA PREZZO
SAPERE: Essere perfettamente consapevole, rendersene conto, so bene quello che dico per cognizione di causa, prevedere che si verifichi una certa cosa, espresso da frase oggettivo, CERTEZZA.

PRESUMERE: Credere, ritenere, supporre come vero, presumo che le notizie siano esatte, nutrire eccessiva fiducia nelle proprie capacità, pretendere di poter fare, espresso da frase soggettiva, INCERTEZZA.


ATTIVA studi integrati srl, network di professionisti indipendenti (Docenti, Consulenti immobiliari, finanziari, legali, fiscali, aziendali, istituzionali, bancari ecc.) che si occupano di alta informazione e formazione ( materia sconosciuta ai semplici commercialisti) in ambito giuridico – economico, bancario-finanziario, rivolta alle imprese ( da individuali a SPA con o senza problemi apparenti ), ai professionisti ( Avvocati, Consulenti aziendali, Curatori fallimentari, CTP,CTU di Tribunali, Associazioni ), offre innovativi servizi ancora unici in Italia indispensabili per:

-Tutelare i diritti Bancari (mutui, leasing, anatocismo, usura), tutela dei beni aziendali, personali e famigliari.

-Salvaguardare la reputazione aziendale e personale presso la CR di Banca D’Italia, potente strumento che vi  permette conoscere il reale valore della vostra azienda per trattare con cognizione di causa con il sistema Bancario ( rating, Basilea 3, costo del denaro, accessibilità al credito ).

-Consulenza amministrativa, finanziaria, bancaria e di controllo interno ( gestire correttamente la finanza per avere credibilità Bancaria, riduzione dei costi degli oneri finanziari, accessibilità al credito). 

-FAIR VALUE, obbligatorio per il bilancio 2016 su 2017.

-Certificazione dell’operato del responsabile finanziario o dell’amministratore dell’azienda nei confronti della proprietà, dei soci o degli enti preposti.

Tutti i nostri servizi sono a tutela dei diritti e interessi dell’ impresa, mirati al risparmio dei costi di gestione non solo Bancaria.

Per comprendere l’esclusiva opportunità offerta, volta alla soluzione o miglioramento delle esigenze dell’impresa, ci rivolgiamo esclusivamente al legale rappresentante/proprietà, o al preposto avente potere decisionale, riservandoci di incontrarVi personalmente presso i Vs uffici.  

Contatto: 
Lucio Benetton
Cell. 335 67 72 096



Siamo indispensabili quando :
-Il Cliente è in difficoltà a gestire i rapporti con il sistema finanziario;
-Il Cliente non riceve più credito dal sistema finanziario;
-Il Cliente deve opporsi a Decreti Ingiuntivi richiesti dalle banche;
-È in corso la valutazione per proporre un concordato;
-Il Cliente Vuole recuperare il “ maltolto “ ( complessivo costo del denaro superiore ai limiti di Legge );
-Il Cliente Vuole negoziare il debito;
-Il Cliente ha sottoscritto fidejussioni a favore delle banche che ora minacciano il “ Patrimonio Familiare “

Ci occupiamo di:
SALVAGUARDIA DELLA REPUTAZIONE DELLA PROPRIA AZIENDA PRESSO LA  CENTRALE RISCHI:
• Rilevazione segnalazioni errate • Cancellazione segnalazioni errate • Migliorare la reputazione bancaria • Migliorare l’accesso al credito • Guardarsi con gli occhi della banca • Monitoraggio trimestrale (i dati della centrale dei rischi pesano dal 70% al 90% nell'accessibilità al credito e nel costo del denaro).
FORMA GRAFICA DELLA CENTRALE DEI RISCHI: • Grafici • Istogrammi • Comparazione tra c/c • Comparazione tra affidamenti  •% utilizzo concessi • Analisi • Confronti tra posizionibancarie  •Sconfini evitabili.
VERIFICAI POSIZIONI BANCARIE: • Anatocismo e usura nei conti correnti • Usura mutui e leasing • Illeciti nei derivati e swap • Truffa contrattuale • Fidejussioni, eccesso di garanzie • Sbilanci, affidamenti, fido di cassa.
CHECK UP AZIENDALE • Valutazione aziendale • Analisi di bilancio e rating • Analisi di bilancio infra annuale • Business Plan Start up • Piano Industriale • Piano di Project Financing.
SALVAGUARDIA BENI: • Beni aziendali • Beni personali • Beni famigliari in forma ATTIVA o PASSIVA
VERIFICA DOCUMENTALE: • Non lasciare le comunicazioni nel cassetto! Meritano la giusta attenzione e tempestività. Controllare conviene! • Assistenza legale.
VERIFICA CARTELLE ESATTORIALI: • Verifica cartelle equitalia • Rilevazione tributi non dovuti • Verifica piani di rateazione.
RISTROTTURAZIONE: • Assistenza alle imprese in difficoltà, per riportarle ad una situazione di equilibrio economico finanziario, prima di arrivare al rischio fallimento.
NEGOZIAZIONE DEL DEBITO: • Banche, clienti, fornitori • Stragiudiziale • Giudiziale • Piano di Ristrutturazione
• Piano di Concordato.
VERIFICA ACCESSO AL CREDITO: • Business Plan aziendale • Piano Industriale • Analisi posizioni bancarie
• Analisi merito creditizio • Finanza ordinaria • Finanza straordinaria • Finanza agevolata • Ricerca di partner finanziari • Costo del denaro.
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CONSULENZA MANAGERIALE:  • Migliorare la conoscenza e verificare l’efficacia dell’area Finanziaria della società.

Conto corrente – Applicazione commissioni e interessi illegittimi – Segnalazione in Centrale dei Rischi – Risarcimento danno non patrimoniale – Nesso di causalità "banca"

Con la pronuncia in commento, il Tribunale di Padova, nella persona del Dott. Giorgio Bertola, ha fissato importanti principi in materia di usura e segnalazione in Centrale dei Rischi di un cliente correntista di un istituto di credito.
Il Giudice ha, infatti, precisato che se per effetto di commissioni ed interessi illegittimi (per usura e/o anatocismo), il correntista viene segnalato in Centrale dei Rischi, è equo riconoscere, per il ristoro del danno non patrimoniale, una somma pari al doppio di quelle illegittimamente addebitate. Sussiste, infatti, il nesso causale tra le difficoltà finanziarie incontrate nel proprio esercizio di impresa dalla società e le condotte tenute dalla banca, che, pur avendo la società una posizione creditoria e non debitoria, ha segnalato la medesima in Centrale dei Rischi ed applicato interessi usurari.
Entrando nel merito della causa, gli attori, dando preliminarmente atto di aver svolto un giudizio di ATP ex 696-bis c.p.c. volto alla composizione bonaria della controversia, hanno convenuto la Cassa di Risparmio del Veneto per sentirla condannare a restituire quanto accertato dalla CTU, oltre al danno per le condotte illegittime tenuta dalla convenuta nella segnalazione in Centrale dei Rischi ed alle revoche delle linee di credito.
Si è costituita la convenuta chiedendo il rigetto delle domande attoree.
Nello specifico, la società correntista, operante nel settore dello sviluppo tecnologico, si è vista restituire dalla banca la somma di euro 114.617 per interessi usurari ed anatocistici illegittimamente applicati ad una aperura di credito in conto corrente.
Ma, cosa ancora più importante, il Giudice ha, inoltre, condannato l’istituto a risarcire la società correntista di una somma pari al doppio della cifra indebitamente pagata sul conto corrente, ossia euro 229.234, a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale per errata segnalazione in Centrale dei Rischi.
La banca aveva, infatti, provveduto a segnalare l’impresa in Centrale dei Rischi per via del saldo passivo perdurante sia sul conto corrente aziendale, che sul conto corrente personale dei fideiussori.
Il Giudice ha considerato particolarmente dannosa per l’azienda l’ingiusta segnalazione in Centrale dei Rischi operata dalla banca, in quanto ciò le avrebbe impedito di svilupparsi commercialmente. L’essere segnalata nella lista dei “cattivi pagatori” le avrebbe, infatti, inibito sia l’accesso a nuovi crediti, che l’utilizzo dei fidi in essere con tutti gli istituti di credito e poi revocati. La segnalazione ha, dunque, creato una distorsione sull’effettivo merito creditizio della società correntista.

Infine, se il rapporto di conto corrente è stato acceso in data anteriore alla delibera CICR 9 febbraio 2000, qualsiasi pattuizione relativa all’applicazione di interessi anatocistici, seppure previsti a condizione di reciprocità, è illegittima; per l’effetto, il saldo del conto corrente va ricalcolato escludendo gli addebiti per interessi anatocistici.


venerdì 22 luglio 2016

Sarò presente a IO IMPRESA in tour con: ATTIVA studi integrati

Quante volte abbiamo trovato le porte chiuse nel tentativo di espandere il nostro business? Ebbene, IOIMPRESA SPALANCA I PORTONI ALLE AZIENDE CHE VOGLIONO AUMENTARE IL LORO FATTURATO! COME? LAVORANDO CON UNA RETE DI IMPRENDITORI 
Vi aspettiamo lunedi 25 luglio ALLE 18.30 - 19.00 IN SALA CIVICA A OSPEDALETTO EUGANEO


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Usura ed apertura di credito, nulla la clausola che prevede la sola restituzione degli interessi usurari "Banca"

La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza in commento, è tornata a pronunciarsi in materia di usura, questa volta relativamente ad un contratto di apertura di credito in conto corrente.
Entrando nel merito della causa, Intesa San Paolo S.p.A., già incorporante l’originaria ricorrente Cassa di Risparmio di Venezia S.p.A., impugna il decreto del Tribunale di Venezia del 15 luglio 2010, con cui venne respinto il proprio reclamo avverso il decreto del giudice delegato del fallimento che aveva negato l’ammissione al passivo del credito dell’istante, vantato quanto ad euro 33.533,40 a saldo di conto corrente negativo e, dunque, a debito della società e del socio, nonché euro 35.224,00 quale saldo passivo di altro conto corrente garantito da fidejussione del debitore fallito.
Ritenne il Tribunale che fondatamente il decreto di esecutività dello stato passivo aveva respinto le domande, per la mancata produzione dei documenti idonei a dimostrare che il saldo dei due conti si era determinato con il computo di oneri finanziari conformi ai limiti di cui alla Legge n. 108/96, posto che, in antecedenza, il fallito ne aveva contestato la superiorità rispetto alle soglie d’usura.
Parimenti veniva dichiarata inammissibile la domanda riconvenzionale della curatela, estranea al perimetro delle domande proponibili, ai sensi dell’art. 99 L.F., pur apprezzandosene la difesa come idonea a suffragare il giudizio di superamento e violazione dei parametri di cui alla cit. L. n. 108/96, artt. 1 e 2, avendo i saldi dei due conti oltrepassato, prima del loro congelamento dovuto a revoca degli affidamenti, i tassi soglia.
In particolare il Tribunale rilevò che anche la commissione di massimo scoperto (CMS), pur se non priva di causa, dovesse essere inclusa tra gli elementi da conteggiare tra le “remunerazioni” in decisivo collegamento con l’erogazione del credito, così entrando nella commisurazione del tasso usurario, quale costo sostenuto dal finanziato, finendo con il coincidere il tasso d’interesse, ai fini della normativa applicata, con il costo del denaro.
Dalla conseguente CTU espletata il Tribunale ravvisò che il superamento del tasso soglia, totale per un conto e parziale per l’altro, già da parte del TAEG, implicava che gli importi percepiti dalla Banca erano superiori al credito insinuato, dunque, da non ammettere al passivo, stante la violazione dell’art. 1815, 2° comma, c.c. sin dall’origine del rapporto e l’inapplicabilità di un diverso principio di conservazione parziale del medesimo, tra l’altro mai praticato in costanza di relazione contrattuale.
Il ricorso è affidato a tre motivi, cui resiste con controricorso il fallimento. La Banca ha depositato memoria.
La Suprema Corte di Cassazione, con l’importante pronuncia in commento, ha affermato i due seguenti principi:
– “la clausola contenuta nei contratti di apertura di credito in conto corrente, che preveda l’applicazione di un determinato tasso sugli interessi dovuti dal cliente e con fluttuazione tendenzialmente aperta, da correggere con sua automatica riduzione in caso di superamento del c.d. tasso soglia usurario, ma solo mediante l’astratta affermazione del diritto alla restituzione del supero in capo al correntista, è nulla ex art. 1344 c.c., perché tesa a eludere il divieto di pattuire interessi usurari”;
– sino all’entrata in vigore della Legge n. 2/2009 “ogni eccedenza della CMS in concreto praticata rispetto alle entità massime fissate pro tempore dalle Istruzioni della Banca d’Italia non realizza di per sé un fattore rilevante al fine del superamento del tasso soglia usurario, trattandosi di elemento diverso … non calcolabile nel medesimo coacervo di fattori di costo, pertanto l’eventuale usurarietà del rapporto bancario può conseguire solo da una giustapposizione che, assumendo dal valore percepito di periodo la CMS e riscontratane in ipotesi il superamento di percentuale rispetto a quella massima, vada ad aggiungere tale costo improprio e non dovuto all’interesse propriamente detto, verificando se, per tale via, non sia stato superato in modo indiretto il taso soglia per avere questo così oltrepassato lo spread del TEGM”.



Fonte: http://www.creditofinanzanews.it/2016/07/21/usura-ed-apertura-credito-nulla-la-clausola-prevede-la-sola-restituzione-degli-interessi-usurari/

giovedì 21 luglio 2016

TROVA IL TUO TALENTO "Coaching"

Il capitale Umano determina il capitale economico.
I tuoi collaboratori sono l’asset piu’ importante che hai. 
I talenti che hai in azienda determinano il tuo successo.
Chi sono i Talenti? Sono i bravi collaboratori. Quelli a cui non devi chiedere mai nulla perché lo hanno già fatto, quelli che portano le soluzioni ai problemi, quelli che “non guardano l’orologio” perché “l’azienda è come se fosse anche loro”. Per avere talenti però devi avere un grande sogno perché nessuno veramente bravo si metterebbe con qualcuno che ha un sogno piccolo.
In azienda hai talenti oppure no?
Linkedin

mercoledì 20 luglio 2016

SUGGERIMENTI PER RISPARMIARE TEMPO "Coaching"

1. Imparare a dire di NO.
2. Eliminare le distrazioni.
3. Non fare il factotum.
4. Occuparsi di un foglio alla volta.
5. Abituarsi a scrivere.
6. Imparare a sfruttare i tempi morti.
7. Sfruttare i momenti di massima resa.
8. Non procrastinare.
9. Abituarsi a porsi la Domanda Magica: “Sto facendo il miglior    
uso del mio tempo, adesso?”
                                            10. Pianificare la mezz’ora dei problemi.

Io Impresa in Tour

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martedì 19 luglio 2016

ATTIVA studi integrati servizi per imprese, professionisti, associazioni

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Lucio Benetton
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VERIFICA CARTELLE ESATTORIALI: • Verifica cartelle equitalia • Rilevazione tributi non dovuti • Verifica piani di rateazione.
RISTROTTURAZIONE: • Assistenza alle imprese in difficoltà, per riportarle ad una situazione di equilibrio economico finanziario, prima di arrivare al rischio fallimento.
NEGOZIAZIONE DEL DEBITO: • Banche, clienti, fornitori • Stragiudiziale • Giudiziale • Piano di Ristrutturazione • Piano di Concordato.
VERIFICA ACCESSO AL CREDITO: • Business Plan aziendale • Piano Industriale • Analisi posizioni bancarie • Analisi merito creditizio • Finanza ordinaria • Finanza straordinaria • Finanza agevolata • Ricerca di partner finanziari • Costo del denaro.
GESTIONE FINANZA • Attiva / passiva.
CONSULENZA MANAGERIALE: • Migliorare la conoscenza e verificare l’efficacia dell’area Finanziaria della società.

domenica 17 luglio 2016

Se l’impresa salta tre rate del prestito, la banca si porta via casa e azienda. E LO STATO CHE NON PAGA I FORNITORI?. "Banche"

ROMA (WSI) – Brutte notizie per le imprese: se non si pagano tre rate del prestito, garantito con un immobile, l’imprenditore può perdere casa (non quella principale) e azienda. A prevederlo il nuovo decreto legge sulle banche che introduce una serie di norme volte ad accelerare il recupero dei crediti. Novità di rilievo per l’imprenditore riguarda proprio la possibilità di garantire l’inadempimento di un prestito, trasferendo la proprietà di un immobile. Si tratta del cosiddetto patto marciano che consiste nella possibilità per il credito di intestarsi l’immobile (il capannone) o il bene mobile (il macchinario) su cui un’impresa ha costituito un pegno purchè il valore venga stimato da un terzo, un periodo e al debitore venga elargita l’eventuale eccedenza. E’ l’articolo 2 al comma 5 che prevede l’inadempimento quando il mancato pagamento si protrae per oltre 6 mesi dalla scadenza di almeno tre rate mensili, anche non consecutive. Si ha inadempimento anche quando il mancato pagamento si protrae per oltre 6 mesi dalla scadenza anche di una sola rata, se il rimborso è a rate superiori al mese. Il creditore dichiara di voler usare la clausola e decorsi 60 giorni si rivolge al tribunale che nomina un perito per la stima dell’immobile in vista della vendita. In caso vi sia contestazione, il procedimento continua e si andrà eventualmente a un conguaglio a favore del debitore. Con il patto marciano quindi l’imprenditore può garantire un prestito con un immobile: se non paga tre rate anche non consecutive, dopo sei mesi la banca può farlo vendere. Il patto marciano vale per i contratti futuri e per quelli vecchi se aggiunto con atto notarile. Una novità che nelle intenzioni del Governo dovrebbe far crescere il valore dei crediti deteriorati della banche, pari a 360 miliardi lordi. Come scrive Il Corriere della Sera: “Secondo il Tesoro, con il «patto marciano» il creditore potrebbe ottenere l’immobile in 7-8 mesi rispetto ai 40 attualmente stimati per le esecuzioni immobiliari attraverso la procedura giudiziale»”. Oltre al patto marciano altra novità introdotta dal decreto legge sulle banche è la possibilità per gli imprenditori di poter costituire il cosiddetto pegno non possessorio sui beni mobili destinati all’esercizio dell’impresa, escludendo i beni mobili registrati”. “La garanzia deve essere scritta e fissare «l’importo massimo garantito», e il debitore può continuare a utilizzare il bene”.

lunedì 11 luglio 2016

Mutui, perché il tasso fisso è sempre più vicino al variabile. "Sapere per fare impresa"

La notizia è che la Brexit sta avendo un forte impatto sul mercato dei mutui in Italia. Come può l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea influenzare l’offerta di prestiti ipotecari in Italia? Una domanda che trova risposta con la presa d’atto che viviamo in un’economia interconnessa, dove il battito d’ali di una farfalla dalle parti di Downing Street può scatenare una reazione immediata sulle erogazioni di finanziamenti persino in un piccolo comune del piccolo Molise. Cosa sta succedendo? Dal referendum del 23 giugno con il quale i cittadini britannici in maggioranza hanno comunicato l’intento di voler fare le valigie dal condominio europeo si è innescata sui mercati finanziari una nuova caduta dei tassi interbancari e di quelli dei titoli di Stato. I titoli inglesi a 10 anni sono scesi per la prima volta nella storia sotto l’1% (ieri addirittura allo 0,79%). Minimo storico anche per i rispettivi titoli statunitensi (1,37%) e per il Bund tedesco (-0,2%). Il rendimento del bond governativo della Germania interessa da vicino i “mutuatari del partito del tasso fisso”. Perché il tasso fisso si ottiene sommando lo spread (deciso dalla banca) all’indice Eurirs corrispondente alla durata del mutuo (se il mutuo è di 20 anni si prende come riferimento l’Eurirs a 20 anni). I tassi sui mutui-casa potrebbero scendere Bene, i tassi Eurirs (che sono un’espressione del costo del denaro nel medio-lungo periodo, da 1 a 30 anni) sono collegati all’andamento del Bund. Se il rendimento del Bund scende, scendono anche gli Eurirs. Non a caso nei giorni scorsi l’Eurirs a 20 anni è stato fissato allo 0,73%, 68 punti base in più rispetto ai livelli di gennaio (quando quotava all’1,41%). Questo significa che i nuovi mutui a tasso fisso (a parità di spread) costano oggi molto meno che qualche mese fa. La Brexit - alimentando le aspettative di nuove misure espansive da parte delle banche centrali - sta quindi spingendo ancor più giù i tassi di mercato (e i vari indicatori del costo del denaro) comportando una ulteriore riduzione dei tassi nominali dei mutui a tasso fisso. Non a caso lo spread tra fisso e variabile si è ridotto. Come evidenziato dal grafico a fianco oggi è possibile stipulare un mutuo a tasso fisso all’1,62% a fronte del miglior variabile che costa lo 0,86%. La differenza in partenza tra il fisso e il variabile si è ridotta a 76 punti base contro i 112 del 2015, i 215 punti del 2014 e i 342 del 2009. Da quando esiste l’euro c’è stata solo un’altra fase in cui fisso e variabili sono stati così vicino. Dobbiamo tornare indietro al 2007-2008 (quando la differenza scese sotto i 50 punti base) anni in cui gli indici Euribor (utilizzati per il calcolo delle rate a tasso variabile) balzarono alle stelle per via della crisi di liquidità tra le banche innescata dal fallimento di Lehman Brothers e dalla diffusione anche tra le banche europee dei titoli derivati tossici agganciati ai mutui subprime venduti qualche anno prima negli Stati Uniti. Oggi invece le banche europee non hanno problemi di liquidità (perché questa è garantita a tasso zero dal sostegno della Bce) ma piuttosto di crediti deteriorati (1.000 miliardi in Europa). Un anello debole che potenzialmente potrebbe impattare sulle erogazioni di mutui in futuro da parte delle banche più colpite ma che, nella sostanza, non sta avendo conseguenze sul fronte dei tassi nominali offerti che sono ai minimi storici. Senza sostegni alle banche, i tassi a zero sono un boomerang Va detto che la forbice tra fisso e variabile si sta riducendo ma è evidente che anche il costo dei mutui a tasso variabile sta diminuendo. Solo che lo fa a una velocità inferiore rispetto alla regressione del tasso fisso. Questo perché il tasso variabile si ottiene sommando lo spread (deciso dalla banca) agli indici Euribor. A differenza degli Eurirs (che non hanno limiti al ribasso e questo dipende dall’andamento del Bund che potrebbe continuare a scendere nei prossimi mesi) gli Euribor hanno un limite naturale alla loro discesa: rappresentato dal tasso sui depositi della Bce, fissato dall’istituto di Francoforte a -0,4%. Questo tasso - che rappresenta quanto devono pagare le banche private per parcheggiare nel conto che devono avere presso la Bce la liquidità in eccesso rispetto alle riserve obbligatorie - è anche il tetto massimo per gli indici Euribor (non a caso l’Euribor a 1 mese è a -0,36%). Gli Euribor continueranno a scendere pertanto solo se la Bce dovesse portare il tasso sui depositi a -0,5%. Ecco perché i tassi dei mutui a tasso variabile stanno perdendo parte del vantaggio competitivo - che tuttavia continuano ad avere - rispetto al tasso fisso. A parità di spread, gli indici Eurirs stanno scendendo più degli Euribor. «L’ulteriore contrazione dei tassi conferma la preferenza degli italiani in questa fase per il mutuo a tasso fisso, con il 66% delle richieste e il 70% delle erogazioni - spiega Roberto Anedda, direttore marketing di MutuiOnline.it -. E sta creando nuovi spazi per le surroghe aprendo questo mercato anche a chi ha stipulato un mutuo negli ultimi 2-3 anni e che a questo punto con un cambio-mutuo troverebbe già un forte risparmio, nonostante il piano di ammortamento sia iniziato relativamente da poco. Allo stesso tempo, sul fronte degli spread, non evidenziamo al momento una reazione delle banche alla Brexit. Restano contenuti e in alcuni casi anche inferiori all’1%». Fonte: Il Sole 24 Ore

BASILEA NON E' SOLO UNA CITTA' SVIZZERA"Sapere per fare impresa"

Il Comitato di Basilea nasce nel lontano 1974, è un organo consultivo e non legislativo, ha come obiettivo quello di regolamentare la Vigilanza Bancaria per assicurare stabilità al sistema finanziario globale. E’ con Basilea1 nel 1988 che viene richiesto un Requisito patrimoniale minimo, Le banche devono accantonare un 8% a patrimonio dei crediti concessi ai clienti, c’è una ponderazione per prenditore e per garanzia ma non sono previste differenziazioni per il rischio della stessa tipologia di clientela per esempio. Dall’1/1/2008 con Basilea 2 Vengono ridefiniti i criteri di calcolo dei requisiti patrimoniali minimi, riformando la regola dell’8% che tuttavia rimanene invariata, ma mutano le regole di calcolo del coefficiente di ponderazione, rendendola più sensibile al rischio dei singoli prestiti e consentendo l’utilizzo di giudizi "RATING” assegnati dalla Banca. Questo consente agli istituti di assorbire meno capitale in presenza di crediti concessi ad aziende più solvibili. L’8% di assorbimento viene aumentato o diminuito a seconda della % di ponderazione in funzione del rischio cliente, a seconda del Rating assegnato. Vengono introdotti concetti quali PD (Probability of Default) ossia “In che percentuale di casi il cliente, tra un anno, sarà inadempiente ?” e LGD (Loss Given Default) “Se sarà inadempiente, quale percentuale del prestito andrà persa al netto dei recuperi ?” Gradatamente tra il 2013 e 2019, poi, alla luce anche dell’attuale Crisi Finanziaria entrerà a regime Basilea 3, riguarderà unicamente gli operatori finanziari. Abbiamo visto che con Basilea 2 le Banche accantonano più o meno capitale a seconda del Rating assegnato all’azienda cliente. E’ evidente che se ho un buon rating sarò un cliente appetibile, se ho un cattivo rating le banche non faranno la guerra tra di loro per avermi nel loro data base. Ma allora come viene costruito il Rating e quali fattori elementi lo compongono? A formare il Rating che la banca utilizza, e che di fatto è un voto, un numero al quale corrisponde una certa Probabilità di Default contribuiscono una serie di dati, alcuni Qualitativi (azienda – settore etc. etc.) altri Quantitativi (Bilancio) altri ancora Andamentali ( centrale rischi ed indici di andamento del rapporto). In quale misura questi fattori incidono sul Rating? Ad oggi i fattori qualitativi influiscono in misura limitata, il Bilancio (indici ed equilibri EFP) rivestono un’importanta maggiore ma la loro analisi alimenta il rating solo con cadenza annuale.

SAPER ASCOLTARE GLI ALTRI "Coaching"

Un’accurata ricerca afferma che la persona media ascolta per diciassette secondi prima di interrompere e incominciare a parlare lei. Questa prassi può essere definita “ascolto egocentrico” e raramente favorisce una conversazione costruttiva. Il vero ascolto, invece, crea un clima positivo in cui con ogni probabilità l’interlocutore sarà disponibile ad ascoltare ciò che vuole dire l’altro. Molto spesso la qualità di un uomo o di una donna si misura sulla sua capacità di ascoltare. E’ la porta che apre alla fiducia tra due persone. Proviamo ad osservare e proviamo a mettere in pratica alcuni consigli. Per esempio si può ascoltare anche con il corpo. Con gli occhi. In questo modo si offre all’interlocutore un’attenzione esclusiva. Mentre si parla occorrerebbe guardare l’interlocutore e smettere di fare quello che si sta facendo. Questo modo di operare dice esattamente all’altra persona “Quello che mi stai dicendo mi interessa ed è importante per me”. Col collo. Si può annuire ed è un gesto che dice: Sto cercando di comprendere quello che tu mi dici”. Con le mani. Non si giocherella con matite, carta, telecomando. Se si sollevano in alto o si mettono le mani dietro la nuca, di dà l’impressione proprio che ci si sta annoiando e quello che vien detto è una barba. Con la schiena. Se, ogni tanto, ci si china verso chi sta parlando con noi, invece di rimanere rigidi, quel leggero movimento dà l’impressione che si sta ascoltando con attenzione. Persino coi piedi, si possono ascoltare le persone o dare l’impressione di pensare ad altro. Se ci si alza in piedi, si fa un giretto, o addirittura si va nella stanza accanto, è un modo di comunicare a chi sta parlando che ci si allontana da lui. Nel film “Il Divo”, di Paolo Sorrentino, la mimica delle mani e del corpo di Andreotti, era particolarmente sottolineata e spiegata dalla sua “segretaria” ad una signora che voleva parlare con lui.. “Se tiene le mani giunte, significa che sta ascoltando, se tiene le mani giunte, ma ogni tanto separa le dita, significa che lo state annoiando o che gli state dicendo cose che non gradisce o che sa già. Se sbatte le dita con frequenza, significa che ve ne dovete andare”. (Cito a memoria e pertanto possono esserci imprecisioni, ma il significato che il regista dà ai gesti delle mani di Andreotti, dà davvero l’idea dell’importanza del corpo, nella conversazione). E’ istruttivo anche osservare i personaggi nei vari talk show. C’è quello che si agita sulla sedia, mentre ascolta e dimostra così di non ascoltare, quello che muove i piedi su e giù in una specie di ballo della tarantella, segno che vuole interrompere chi parla, quello che dissente con la testa per mettere a disagio chi sta parlando, quello che fa boccacce, o quello che spalanca gli occhi come dire: “ma che cazzo stai dicendo”, senza proferire parola. In ultima analisi maleducati ed insofferenti. Proviamo noi ad essere delle persone che sanno ascoltare gli altri. Dobbiamo cercare di ascoltare, oltre le parole, anche i sentimenti che vengono espressi, se ci si limita a replicare alle parole ignorando i sentimenti l’interlocutore ha l’impressione di non essere compreso. Bisogna cercare di comprendere, il meglio possibile, l’interpretazione che l’interlocutore dà di ciò che gli è accaduto. Ascoltare con empatia. Resistere alla tentazione di manifestare il proprio punto di vista, prima che, chi ci parla, abbia completato quello che vuole dire e si senta compreso. Dopo di che sarà molto più disponibile ad ascoltare anche la nostra opinione. Cercare di comprendere meglio le idee, ponendo domande adeguate e quando si ottiene la risposta a questa interlocuzione, non aggredire, ma annuire anche se non si condivide o si disapprova ciò che si è ascoltato. Solo dopo, l’interlocutore è normalmente disponibile ad accettare anche un punto di vista diverso, se si sente prima compreso in quello che voleva dire.

lunedì 4 luglio 2016

Il principio di Pareto o "legge 80/20" non sbaglia neanche con le banche "Banca"

04/07/2016 - (Teleborsa) Banche, l’80% delle sofferenze provengono dai grandi gruppi La crisi del settore bancario italiano non molla la presa. Istituti di credito al tracollo, piccoli risparmiatori travolti dal crac delle banche, persone che si sono tolte la vita dopo investimenti sbagliati. Una situazione, quella delle banche, che ha fatto scendere in campo non solo il Governo Italiano che ha approvato il decreto salva banche, ma anche la Commissione Europea, che ha autorizzato l’Italia a usare garanzie pubbliche per creare un piano di liquidità di sostegno precauzionale alle nostre banche. Un piano che sarà attivato dal Governo in caso di eventuali turbolenze dei mercati. Sono i crediti deteriorati a costituire il principale problema delle nostre banche. A livello europeo solo Cipro e Grecia presentano una situazione peggiore della nostra. A segnalarlo la CGIA di Mestre che spiega come “al 31 marzo 2016 la dimensione economica complessiva del credito deteriorato ammontava in Italia a 333,2 miliardi di euro: 196 miliardi di sofferenze lorde,125,2 miliardi di inadempienze probabili e 12 miliardi di euro di finanziamenti scaduti/sconfinati. Questa situazione ha provocato una forte contrazione dei prestiti all’economia reale del nostro Paese. Non essendo in grado di recuperare una buona parte dei prestiti erogati, le banche hanno deciso di non rischiare più e hanno chiuso i rubinetti del credito. Solo da aprile 2015 ad aprile 2016, gli impieghi alle imprese italiane sono diminuiti di 24,3 miliardi di euro. Se poi misuriamo la stretta creditizia a partire dal punto massimo di erogazione del credito, raggiunto a novembre 2011, in quasi 4 anni e mezzo le imprese italiane hanno visto diminuire i prestiti bancari di ben 144 miliardi di euro”. A chi sono riconducibili questi 196 miliardi di euro di sofferenze lorde che hanno messo in serie difficoltà le banche italiane e in generale tutta la nostra economia? In base ad una elaborazione sui dati Banca d’Italia, l’Ufficio studi dell’Associazione Artigiani Piccole Imprese di Mestre segnala che “al 31 marzo scorso l’80 per cento circa dei finanziamenti per cassa era stato erogato dalle nostre banche al primo 10 per cento degli affidati. Per contro, la quota di sofferenze causate dal primo 10 per cento degli affidati è stato pari a poco più dell’81 per cento”. Come dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo: “Il nostro sistema creditizio è molto polarizzato. La migliore clientela, pari al 10 per cento del totale, riceve ben l’80 per cento di tutti gli impieghi erogati dalle banche. Mentre al restante 90 per cento viene erogato solo il 20 per cento del totale dei prestiti. Ma a differenza di quanto ci si dovrebbe attendere, le sofferenze si annidano in grandissima parte tra la migliore clientela. Al primo 10 per cento, infatti, è riconducibile l’81 per cento del totale delle sofferenze. In buona sostanza questo primo 10 per cento di affidati – costituito quasi esclusivamente da grandi aziende, grandi famiglie e gruppi societari, fa il bello e il cattivo tempo nei rapporti con le banche. Al 31 marzo 2016, il 70 per cento del totale delle sofferenze erano concentrate nelle classi sopra i 500.000 euro che, ovviamente, non possono che essere ascrivibili ad una clientela di grandi dimensioni”. A livello territoriale i grandi gruppi del Nord sono più “virtuosi” di quelli presenti nel Mezzogiorno. Quali possono essere le strategie da adottare nel prossimo futuro per invertire la tendenza in atto? La ricetta di Renato Mason, segretario della CGIA è questa: “in primo luogo bisognerà perseguire uno sviluppo economico meno banco-centrico, anche attraverso l’attuazione di politiche pubbliche di sostegno alle imprese, abbassando i costi energetici, favorendo gli investimenti infrastrutturali, riducendo le tasse, tagliando il cuneo fiscale e incentivando l’internazionalizzazione della nostra economia. In secondo luogo, però, sarà necessario che gli istituti di credito, pur mantenendo un livello di patrimonializzazione di sicurezza, rimettano in moto il flusso di denaro verso le imprese. Inoltre, le banche dovranno ritornare a gestire i propri bilanci con rigore e sobrietà, recuperando la fiducia dei risparmiatori, vera e insostituibile materia prima che in alcune parti del paese il sistema bancario ha colpevolmente dilapidato”.

Borsa, Quotazioni, Obbligazioni, Titoli, Notizie Economia e Finanza

Borsa, Quotazioni, Obbligazioni, Titoli, Notizie Economia e Finanza: Agenzia stampa indipendente di economia e finanza. Quotazioni in tempo reale, grafici, notizie, video interviste e approfondimenti sui principali strumenti finanziari, sui mercati internazionali e sulla Borsa.

TASSO EFFETTIVO GLOBALE MEDIO "BANCA"

Indica il valore medio del tasso effettivamente applicato dal sistema bancario e finanziario a categorie omogenee di operazioni creditizie (ad esempio: crediti personali, leasing, factoring, mutui , ecc.) nel secondo trimestre precedente. Ai sensi della legge il calcolo del tasso deve tener conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate all'erogazione del credito. I tassi rilevati sono pubblicati ogni trimestre nella Gazzetta Ufficiale. Il tasso effettivo globale medio risultante dall'ultima rilevazione e relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, ( ante Monti: aumentato della metà) con Monti va aumentato del 25% più quattro punti ( determina valori superiori e in costante crescita), determina la soglia oltre la quale gli interessi sono sempre usurari sulla base della legge n. 108/96. Le banche e gli intermediari finanziari sono tenuti a pubblicizzare nei locali aperti al pubblico il TEGM. TABELLA TRIMESTRE LUGLIO-SETTEMBRE 2016