Viviamo una tradizione di manager super-impegnati sostenuti
da scuse da scolaretto che vanno dal “dottore è in riunione” a “risentiamoci
fra 3 mesi, adesso siamo sotto budget” (che una volta di queste vorrei
chiederlo: ma se lei che è il direttore del personale ci mette 3 mesi a
chiudere un budget, che vita farà mai il direttore amministrativo-finanziario?)
sono lo specchio di un management molto concentrato su di se’, su obbiettivi
sempre più personali e sempre meno aziendali più o meno chiari, attenti a
dimostrare e sempre meno a ragionare, confrontare, relazionare. Sono quelli che
continuano a guardare il computer quando sei di fronte a loro a spiegargli
qualcosa di profondamente importante per te, mentre loro fanno “sì sì” con la
testa.
E questo fa male all’azienda, come dimostra l’intervento di
Stefan Sagmeister, designer e titolare di uno degli studi più creativi di
NewYork a un TedX del 2009 dove si afferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che non è stando
asserragliati in ufficio che si diventa più produttivi, ma bensì conoscendo
persone e temi nuovi e respirando aria diversa.
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