L’imprenditore è un uomo del fare.
Le sue capacità, le
sue abilità professionali sono tutte tese a sviluppare l’azienda, creare
ricchezza e affrontare i problemi organizzativi e gestionali.
Tuttavia le complicazioni che nascono da una congiuntura economica
sfavorevole “mondo che cambia”, una scelta sfortunata, un repentino mutamento
delle condizioni di mercato, conducano l’impresa in una situazione di crisi.
Improvvisamente ci si rende conto che per affrontare la situazione servono nove
competenze.
Anche nel caso in cui possedesse almeno in parte le capacità
professionali e le conoscenze tecniche necessarie, difficilmente avrebbe la tranquillità
psicologica per poter affrontare il problema in maniera efficace e razionale.
Spesso infatti l’amore che l’imprenditore nutre nei
confronti della sua “creatura” (come un figlio) gli impedisce di leggere con
chiarezza e con il necessario distacco la reale situazione dell’azienda.
L'imprenditore sa di cosa ha bisogno la sua azienda, ma nel tentativo di salvarla a tutti i costi può essere indotto a compiere scelte che possono aggravare la situazione di crisi aziendale fino a compromettere anche la sua posizione personale con conseguenze drammatiche.
In tali situazioni l’imprenditore non deve inventarsi un nuovo mestiere e neppure si deve caricare di responsabilità che non è in grado di affrontare ma semplicemente rivolgersi a professionisti che siano distaccati emotivamente dalla situazione aziendale e personale dell’imprenditore.