lunedì 6 marzo 2017

STORIE DAL WEB #sapere per #fareimpresa

Come mettere a rischio l’azienda e tutto quello per cui hai lavorato

 La gestione delle linee di credito è un’aspetto molto trascurato dai piccoli imprenditori fintanto che non iniziano i problemi.
Al di là delle eccezioni caratteriali che portano ad una gestione più prudente, nessun imprenditore si pone il problema del costo delle linee di credito e dell’adeguatezza delle stesse al progetto a cui i soldi sono destinati, finché non iniziano i problemi.
Macchinari acquistati con lo sconto fatture, costruzioni finanziate con gli affidamenti temporanei, automezzi acquistati con i plafond di tutte le carte di credito disponibili.
Per ogni acquisto, una scelta sbagliata.
Finché il denaro gira, l’azienda fattura bene e gli incassi non sono un problema, l’aspetto finanziario dell’attività non sembra essere così importante. Se hai un’impresa che funziona, il mercato in cui lavori è in crescita e i clienti acquistano e pagano i tuoi prodotti, non ti poni il dubbio che quel fido non dovresti utilizzarlo in quel modo.
Al massimo pagherai qualche euro in più per gli interessi, ma che importa. Giusto?
No. Non c’è nulla di più sbagliato.
Perché l’attività d’impresa è un’attività rischiosa e i fatti straordinari per un imprenditore come te sono all’ordine del giorno. Il tuo lavoro è risolvere i problemi. Ma devi essere preparato per farlo.
Nella maggior parte dei casi, aziende che pagano migliaia di euro in assicurazioni contro le calamità più strane, trascurano completamente i rischi che si nascondo dietro le loro linee di credito e al modo in cui le utilizzano.
La XXXX srl aveva ottenuto fidi di cassa per circa 500 mila euro. Oltre a mutui, sconti fatture e diversi leasing. Non male per una piccola realtà a conduzione familiare. Mezzo milione che l’azienda utilizzava per finanziare la progettazione, l’acquisto dei materiali e la messa in opera delle commesse realizzate in tutto il mondo.
Cinque anni fa, il progetto che avrebbe potuto portare l’azienda ad un nuovo livello.
Forte della fama, delle competenze maturate e della capacità di presentare un’offerta competitiva, l’azienda vince l’appalto per la realizzazione di un impianto destinato al funzionamento di una delle più grandi opere mai realizzate nel suo settore.
Una “sfida per l’umanità” che vedeva coinvolte 7 nazioni, 132 aziende e un numero imprecisato di persone, pronte a realizzare un’opera faraonica.
Per la realizzazione della prima parte dell’opera l’azienda ha avuto bisogno di concentrare completamente le linee di credito disponibili su un unico progetto e di richiedere liquidità aggiuntiva.
Detto, fatto. Forte della commessa acquisita e delle prime fatture emesse, l’imprenditore richiede un nuovo castelletto. Una concessione aggiuntiva di credito per 250 mila euro.

Interamente destinati alla realizzazione dell’opera prima.
Tutto sembra procedere per il meglio fino a quando una calamità naturale (di quelle vere) abbattutasi sulle fondamenta dell’opera provoca danni irreparabili che impattano sia sul cantiere che sul personale addetto.
Dopo mesi di riunioni, con il progetto in stand-by, la decisione dei vertici di abbandonare il progetto in via definitiva. Troppo rischioso continuare e un rischio di fallire troppo alto.
Ma per XXXX S.r.l. vuol dire solo una cosa.


La rovina. ......................

giuseppedidomenico.com


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