Da circa 10 anni è iniziata una profonda trasformazione del
nostro stile di vita che si e riflesso sulle capacità delle aziende di
soddisfare i nostri bisogni, la velocità di propagazione delle innovazioni
tecnologiche a fatto si che buona parte della popolazione e delle aziende che
non si sono adeguate siano rimaste al palo. Rapidamente abbiamo mandato in
pensione attività, servizi e lavori che erano comuni anche solo pochi anni fa.
Per i più giovani che sono i più ricettivi e per chi ha una
mente che e in continua evoluzione e non ha paura di uscire da quella che in
PNL viene chiamata zona di comfort, è scontato che sia possibile non possedere
più l’auto per muoversi ma utilizzare il car sharing, che il caffè al bar possa
essere pagato con lo smartphone.
Sostenere che tutti i lavori con un elevato tasso di
ripetitività sono destinati a perdere la sfida con la tecnologia e, in
particolare, con la robotica ormai è un dato di fatto. Occorre, quindi, puntare
sulla creatività e su tutte le qualità tipicamente umane e difficilmente
replicabili da una macchina, per quanto intelligente.
I dilemmi di carattere morale sono un chiaro esempio di come
la tecnologia non sia in grado di fare da sé ma che, al contrario, ci offra la
possibilità di avere un ruolo di guida in una trasformazione profonda che in
molti non esitano a definire “quarta rivoluzione industriale” 4.0.
Quali sono, dunque, le caratteristiche che ci servono per
prepararci a questi cambiamenti, portando valore a noi stessi, al nostro
lavoro, alle nostra aziende?
I lavoratori del futuro, secondo David Deming, professore ad
Harvard, dovranno coltivare soprattutto due capacità: quelle matematiche e
quelle sociali. Esaminando le tendenze che hanno caratterizzato il mercato del
lavoro dal 1980 ad oggi, si nota che crescono i profili che primeggiano in
almeno una delle due competenze: gli educatori (alte abilità relazionali), i
contabili (alte abilità matematiche), i manager (alte abilità relazionali e
matematiche).
Riuscire a cambiare la propria mentalità, essere aperti a
nuovi cambiamenti, non fossilizzarsi su quello che si è fatto fino ad ora, sarà
la sfida per chi vuole rimanere persona, azienda attiva e non sopperire alla
crisi che poi è solo l’evoluzione in essere che non si e mai potuta e non si potrà
mai arrestare.
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